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giovedì 25 agosto 2011

LA BALLERINA DELLO ZAR

Un romanzo sulla vita di Mathilde Kschessinska, una delle più famose ballerine dei Teatri imperiali russi. Famosa forse più per le sue frequentazioni che per le sue doti artistiche. È stata, infatti, l'amante di due granduchi e dello zar in persona. L'ultimo zar, Nicola II. Un libro con molti difetti e pochi pregi. Un po' come la sua protagonista.

Kschessinska - giunta alla veneranda età di novantanove anni, esiliata a Parigi e ridotta in povertà - racconta in prima persona, rivolgendosi direttamente al lettore, la sua esistenza vissuta tra lussi e splendori. Un'attenzione particolare è rivolta alla sua tresca amorosa con lo zar Nicola II. O forse è il caso di dire che l'intero racconto-confessione ruota attorno a questa relazione.

L'immagine della ballerina che ne viene fuori non è delle migliori, anzi, direi che è pessima. Kschessinska è una donna avida, assetata di potere, opportunista, materialista. Una capricciosa arrampicatrice sociale la cui spietata ambizione la porta a non guardare in faccia a nessuno, se non addirittura ad arrecare danno a chiunque osi ostacolare i suoi piani. Seppur non chiarisca la reale natura dei suoi sentimenti per Nicola II - Niki, come lo chiama lei - è facile intuire che essi sono tutti per la figura potente dell'imperatore e autocrate di tutte le Russie, piuttosto che per l'uomo Nicola. Mathilde punta al trono, a diventare zarina, un obiettivo che ovviamente non raggiungerà mai, ma appena avrà l'occasione di accarezzare la corona, non ci penserà due volte a vendere suo figlio Vova.

Intollerabile è l'immagine che delinea delle ballerine classiche del suo tempo: un vivaio di sgualdrine alla mercé di alti ufficiali e aristocratici vogliosi. Uno schiaffo alle qualità artistiche di molte rispettabili danzatrici russe fiorite in quell'epoca. La danza stessa è posta in secondo piano. Kschessinska parla poco della sua attività sulle tavole dei teatri. Sembra quasi che danzare sia per lei un passatempo (o peggio un mezzo per avvicinarsi alla corte zarista), anziché un lavoro svolto con grande passione. È un vero peccato che non abbia speso qualche parola in più in proposito, giacché è entrata in contatto con uomini del calibro di Ciajkovskij e Petipa che, in quello stesso periodo e in quegli stessi luoghi, si stavano dando da fare per consegnare all'eternità i più alti capolavori dell'arte tersicorea. Molte, forse troppe, parole sono invece state spese nella seconda parte del libro per descrivere vicende storiche che Mathilde, suo malgrado, si è ritrovata a vivere in prima persona: la rivoluzione d'Ottobre, l'abdicazione dello zar, lo sterminio dei Romanov. Se da una parte queste pagine risultano interessanti e istruttive, dall'altra si staccano dal contesto principale e danno al lettore l'impressione di avere fra le mani non una biografia romanzata, ma un manualetto di storia.

Piacevoli sono invece le descrizioni dei fasti della corte zarista e delle bellezze di città come San Pietroburgo. Degno di nota è il nutrito elenco di fonti cui l'autrice, Adrienne Sharp, ha attinto per creare questo romanzo biografico. Tra le righe del racconto si annida anche un'incisiva critica ai metodi discutibili con cui i rivoluzionari portavano avanti le loro battaglie e all'incoerenza di personaggi come Lenin e Stalin che, una volta giunti al potere, agivano in contrasto con le ideologie cui si rifacevano.

La scrittura di Adrienne Sharp è scorrevole e alla portata di tutti, ma la Mathilde Kschessinska che ci presenta non si guadagna certo le simpatie dei lettori. Quando alla fine del racconto le parole di Mathilde sembrano voler suscitare pietà e compassione per i suoi errori, sarà lei stessa a impedire che ciò avvenga dicendo "non compatitemi. Ho avuto una vita meravigliosa." Tant pis.
VOTO: 3/5

Adrienne Sharp ha studiato danza all’Harkness Ballet di New York. Insegna presso il Centro delle Arti Creative dell’Università della Virginia e vive in California con il marito e i due figli. Tra le sue opere si segnalano White Swan, Black Swan e Sleeping Beauty.

La parola all'autrice intervistata da Connie Martinson (intervista in inglese):

Prima parte

Seconda parte

Titolo: La ballerina dello zar
Titolo originale: The true memoirs of Little K
Autore: Adrienne Sharp
Traduttore: Raffaella Vitangeli
Editore: Neri Pozza (collana I narratori delle tavole)
Anno: 2010

2 commenti:

  1. Ciao! Grazie per aver iniziato a seguire il nostro blog, ho ricambiato con molto piacere :)
    Questo libro lo voglio leggere da tanto, ma per il momento non l'ho ancora mai comprato, forse un po' frenata dai pochi commenti positivi che ho trovato in giro. Vedremo...

    A presto!

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    1. Ciao Francesca! Ho visto che mi seguivate su Twitter così ho dato uno sguardo al vostro blog e, trovandolo molto interessante e ben curato, ho pensato che valesse veramente la pena seguirlo ;-) Grazie anche a te per esserti unita ai miei lettori.
      Per quanto riguarda questo libro, beh... tutto quello che penso l'ho scritto nella recensione. Ha dei pro e dei contro: da un lato affronta molto bene gli aspetti storici, dall'altro ha una protagonista che risulta antipatica appena inizia a parlare. Alla fine il lettore arriverà ad odiarla! Comunque sia, non mi sento di sconsiglierlo, anzi. Se lo leggerai, fammi sapere la tua opinione ;-)
      Un caro saluto! Alla prossima!

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